Adesione Azione Cattolica 2008-2009

07 dicembre 2008

ASSEMBLEA AC                                                                                                                07/12/2008

Chiamati ad essere santi insieme

Interviene Roberto Pinardi, presidente diocesano AC

Intro: Per cominciare questo incontro vi leggo una frase del discorso del Papa in occasione dei 140 anni di AC festeggiati a Roma il 4 maggio scorso: “Non è forse possibile, ancora oggi, per voi ragazzi, per voi giovani e adulti, fare della vostra vita una testimonianza di comunione con il Signore, che si trasformi in un autentico capolavoro di santità? Non è proprio questo lo scopo della vostra Associazione? Ciò sarà certamente possibile se l’Azione Cattolica continuerà a mantenersi fedele alle proprie profonde radici di fede, nutrite da un’adesione piena alla Parola di Dio, da un amore incondizionato alla Chiesa, da una partecipazione vigile alla vita civile e da un costante impegno formativo. Cari amici, rispondete generosamente a questa chiamata alla santità, secondo le forme più consone alla vostra condizione laicale!
Quest’ultimo anno infatti mi hanno colpita due aspetti in particolare:
- la riscoperta delle radici dell’Azione Cattolica nata da due giovani che avevano il desiderio di difendere il Papa e notavano l’effettiva urgenza educativa nella loro realtà;
- la memoria della mia storia in AC e la consapevolezza che sono e siamo chiamati alla santità dentro la compagnia della Chiesa: per questo non ho potuto fare a meno di ricordare la Signorina Norma, che, senza fare nulla di eccezionale, è rimasta sempre fedele al Signore nella quotidianità, e i testimoni ricordati nella mostra diocesana.

Siamo perciò dentro un cammino che richiede costanza e fedeltà.

Roberto: lo slogan che presenta il nostro incontro di oggi è anche il titolo del prossimo triennio di Azione Cattolica. “Chiamati ad essere santi insieme”. La frase è tratta dalla prima lettera ai Corinzi ed è sintomatica della nostra condizione di laici e cristiani che intraprendono un cammino.:

  • Chiamati: è la prima condizione. Il Signore ci chiama per nome e alla sua chiamata bisogna rispondere con un sì o un no (per questo la giornata dell’adesione è istituita nel giorno dell’Immacolata Concezione: tutto parte dal sì di Maria che cambia la storia, allo stesso modo anche il nostro sì cambia misteriosamente la nostra vita). La chiamata di Dio è per tutti coloro che sono battezzati perché il Battesimo ci chiama ad essere figli di Dio, quindi fratelli. Ciò significa che c’è una vicinanza, una comunione di fatto tra noi che siamo chiamati a fare popolo, famiglia. La chiamata è però personale: io, e non altri, sono chiamato a rispondere a Dio dentro la Chiesa che è famiglia.
  • Ad essere santi: la mostra diocesana ci ha proposto la vita di persone comuni che consideriamo sante in modo che siano esse ad orientare le nostre scelte e affinché noi possiamo scrutare nella loro vita l’azione dello Spirito ed allenarci ad accoglierlo.

Secondo noi le persone della mostra sono sante perché abbiamo anche noi una tensione alla santità, un fuoco dentro che ci rende possibile l’essere santi. Nella Lumen gentium si parla di laici santi come “operai instancabili che lavorano nella vigna del Signore”: per noi è possibile la santià come tensione a costruire il regno di Dio sulla terra e come desiderio di santificare la nostra vita nelle cose di tutti i giorni. L’essenza della nostra chiamata infatti è rendere grande e straordinaria la quotidianità.

  1. Insieme: è la dimensione essenziale della Chiesa e dell’AC che ci fa vivere e condividere insieme l’essere Chiesa attraverso l’adesione all’associazione, l’invito a riunirsi in assemblea e in consiglio parrocchiale per discutere sulla parrocchia. L’AC è il ministero sorto in aiuto del popolo di Dio: la comunione è una nostra responsabilità per ricordare agli altri la dimensione unitaria della Chiesa. Siamo consapevoli del ruolo che noi laici abbiamo nella Chiesa? E’ importante che riscopriamo la nostra dimensione del vivere dentro la Chiesa e dentro il mondo.

Il manifesto di quest’anno porta come titolo “Insieme per la Chiesa e per il paese” e riporta i quattro punti della fede ricordati all’AC da benedetto XVI a Roma:

  1. adesione piena alla parola di Dio
  2. amore incondizionato alla Chiesa
  3. partecipazione vigile alla vita civile
  4. costante impegno formativo

Il Papa ha aggiunto anche di rimanere fedeli alla nostra condizione di laici, cioè di dare ragione delle cose in cui crediamo!

Domanda: Puoi spiegare perché hai sottolineato che l’ACR è l’azione Cattolica DEI ragazzi e non PER i ragazzi?

Roberto: I ragazzi sono protagonisti e responsabili, anche loro sono evangelizzatori, si sentono cioè chiamati dal Signore. L’AC perciò è dei ragazzi, non degli educatori perché è una dimensione della Chiesa che li aiuta a capire che loro SONO Chiesa! E l’AC a cosa serve? Per essere consapevoli della chiamata di cristiani attenti a ciò che ci riguarda.

Domanda: cosa c’entra la santità con la nostra quotidianità?

Roberto: Oggi la società ci chiede di essere accanto alle persone e il nostro ruolo è aiutare la Chiesa a far sì che ciò in cui crediamo non sia un fardello sulle spalle. Il radicamento alla Chiesa è ciò che ci rende gioiosi anche nelle sofferenze e l’AC mi ha aiutato a capire che non ci sono solo riposte giuste bensì è necessario un atteggiamento giusto: quello di farsi la domanda. Aiutiamo le persone a farsi delle domande, non a darsi delle risposte: ci vuole una domanda giusta per una risposta giusta!
Noi siamo chiamati alla santità cioè a vivere il Vangelo nella sua interezza attraverso la semplicità e la fedeltà. Quando abbiamo capito che questa santità è possibile nella quotidianità capiamo che è possibile dire dei sì un po’ più grandi per rispondere alla chiamata. Questo lo possiamo far capire agli altri!

Domanda: prima hai definito l’essere santi come lo sforzo di amare, di pregare, di stare di fronte alle cose…viene da chiedersi: chi me lo fa fare? Noi spesso diamo per scontata la Grazia di Dio ed il nostro cammino: come associazione come possiamo aiutarci perché tutto parta da una bellezza e non da una fatica?

Roberto: a livello diocesano stiamo sottolineando due elementi che ci aiutano a sostenere la nostra fede e ad esserne testimoni credibili:

  1. Lo sguardo fisso su Gesù: la nostra fede è curare giorno per giorno il nostro rapporto con Dio perché la nostra vita sia conforme a Cristo,come Lui la vuole.
  2. Fraternità: l’”insieme” dello slogan non è solo fare le cose insieme ma c’è anche una dimensione teologica. Giovanni Bachelet diceva “l’AC è una realtà di cristiani che si conoscono, si vogliono bene, lavorano in nome del Signore e in comunione permanente con l’amore del Signore”. Anche quelli che ci vedono trovano un luogo accogliente dove sentirsi in fraternità.

Questo comporta anche avere degli assistenti per la dimensione ecclesiale ed il sostegno. Come la suocera di Pietro alla vista di Cristo “si sentì subito sollevata” abbiamo bisogno di persone che ci stiano a fianco e ci sollevino.
Cambiare il mondo per me è stato prima di tutto cambiare me e imparare ad ascoltare.

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